
Il 31 Luglio 2023 l’Associazione Antigone per i diritti e le garanzie del sistema penale ha visitato la Casa Circondariale di Uta evidenziando un affollamento del 102,1%, media leggermente più bassa rispetto a quella nazionale del 115,4% ma che comunque lascia intravedere un problema strutturale del sistema penitenziario. Allo stesso tempo, a carceri sovraffollate non si affiancano servizi rieducativi efficaci e tutele per i detenuti.
La costituzione italiana all’articolo 27 recita “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”
Ma l’assenza di prospettive trasforma il carcere in una sfida psicologica insormontabile, il carcere è lontano dall’essere uno strumento di rieducazione: stando al rapporto di Antigone emerge che a Uta ben 515 detenuti su 594 fanno utilizzo di sedativi o ipnotici come le benzodiazepine. Mentre solo un centinaio di detenuti/e è impiegato in mansioni lavorative. Il carcere odierno offre più facilmente sedativi, rispetto a una seconda possibilità.
Le scarse possibilità offerte spesso si tramutano in tragedia: sono stati 4500 gli eventi critici che si sono verificati nel carcere di Uta nel 2022.
Le lacune del sistema penitenziario sardo in termini di opportunità e rieducazione sono inoltre aggravate da una carenza di personale. I Direttori hanno spesso più incarichi in vari istituti. La carenza di Sovrintendenti ed Ispettori, figure chiave per la sicurezza del carcere, è spesso colmata da Agenti che vengono impiegati in compiti di responsabilità che vanno oltre al proprio ruolo.
A questa situazione si aggiunge la posizione della struttura di Uta, locato in un’area industriale difficilmente raggiungibile se non via auto o con il trasporto pubblico assai sporadico, il che rende difficile l’accesso alla struttura da parte di visitatori e volontari, aggravando l’isolamento dei detenuti.
Tra il disagio psicologico e non solo, vissuto dai detenuti e dalle detenute per le condizioni di vita nel carcere e la carenza di personale, il carcere di Uta, appare una realtà assai precaria, ben lontana da ciò che il carcere dovrebbe essere.